La stampa è un’arte antica che affonda le sue radici nella Cina del VII secolo. Nata con il sistema dei blocchi di legno, si è successivamente evoluta al sistema dei caratteri mobili. Grazie a Gutenberg è arrivata la stampa tipografica e le successive rivoluzioni tecnologiche hanno portato all’invenzione della stampa offset fino a giungere alla moderna stampa digitale.

In questo post spieghiamo i principi di funzionamento delle diverse tecniche di stampa oggi più diffuse nel mondo del packaging: offset, flessografica, rotocalco e digitale, e diamo uno sguardo alle tecnologie future.

Stampa offset

La stampa offset è un sistema di stampa indiretto perché l’inchiostro viene trasferito dalla lastra di alluminio sulla quale viene inciso il soggetto da stampare ad un cilindro in caucciù e infine al supporto di stampa (comunemente carta o cartoncino teso).

Il funzionamento, piuttosto complesso, prevede che l’inchiostro contenuto nel calamaio (o serbatoio) passi prima all’interno del gruppo di macinazione. La lastra, avvolta su un cilindro, viene toccata successivamente dai rulli bagnatori, che vi depositano un velo d’acqua, e dai rulli inchiostratori, che vi trasferiscono l’inchiostro. A sua volta, la lastra in alluminio trasferisce l’inchiostro su un cilindro in caucciù che imprimerà il grafismo sul supporto di stampa.

I vantaggi principali della stampa offset sono sicuramente l’alta qualità e l’alta velocità di stampa. Questo tipo di stampa si utilizza normalmente per i volumi di produttivi piuttosto alti, in quanto i costi di impianto non la rendono conveniente per le piccole tirature.

Stampa flessografica

La stampa flessografica, detta anche stampa flexo, è una tecnica diretta che usa dei cliché di gomma che trasferiscono l’inchiostro direttamente sul supporto da stampare.

L’inchiostro passa da una vaschetta al rullo anilox (di solito fatto di acciaio o di ceramica) dove una lama (o racla) ne rimuove gli eccessi. L’inchiostro passa poi al cilindro di stampa (detto anche cliché) che lo deposita sul supporto da stampare.

Sul rullo anilox sono incise delle cellette, ovvero degli incavi, che si riempiono di inchiostro. Una maggiore concentrazione di cellette per centimetro quadrato è ideale per ottenere un risultato più definito. Al contrario, una minore concentrazione di cellette è utile per stampare su grandi superfici.

Inizialmente questa tecnica non offriva risultati di particolare qualità, ma l’introduzione della tecnologia di incisione digitale (CTP Flessografico) ne ha migliorato i risultati. Questa tecnica è utilizzata per stampare prevalentemente su film plastici e cartone ondulato.

Stampa rotocalco

La stampa rotocalco è una stampa diretta e rotativa. Il procedimento di stampa prevede che un rullo inchiostrato depositi l’inchiostro direttamente sul supporto di stampa. Il rullo di stampa è di metallo ed è coperto da uno strato di rame su cui viene inciso il soggetto da stampare. Le zone incise sono inchiostrate da un calamaio e gli eccessi sono eliminati da una racla, così come accade nella stampa flessografica. A questo punto, il rullo inciso trasferisce l’inchiostro sulla carta premendo su di essa.

Il rullo di stampa presenta una serie di cellette di diversa profondità; più le cellette sono profonde, più inchiostro conterranno e più scura sarà la stampa, perché si depositerà una quantità maggiore di inchiostro sulla carta. Di solito questa tecnica è utilizzata per altissimi volumi produttivi di milioni di copie.

Stampa digitale

La stampa digitale è una tecnica che sfrutta un processo digitale grazie al quale l’inchiostro viene impresso direttamente (o indirettamente) sul supporto di stampa, senza l’utilizzo di matrici o cliché. All’interno di questa categoria sono incluse differenti tecniche di stampa, come ad esempio a getto d’inchiostro, xerografica, con toner, ecc.

Nella maggior parte dei processi digitali l’inchiostro non è assorbito dal supporto di stampa ma forma su di esso uno strato che viene fissato, ad esempio, attraverso un processo termico nel caso del toner, oppure grazie ad un processo di polimerizzazione nel caso di inchiostro inkjet UV.

Il vantaggio di questa tecnologia è di avere un costo unitario molto conveniente sulle basse tirature, non essendoci costi fissi di impianto (non ci sono cliché o matrici). Nel mondo del packaging, la stampa digitale di alta qualità di piccolo formato si sta diffondendo sempre di più, ma la limitazione attuale consiste nel fatto che i maggiori produttori di macchine da stampa digitali realizzano tecnologie che consentono di stampare packaging di qualità (paragonabile all’offset) solo fino al piccolo formato (B2, circa 50×70 cm).

Nanografia

Cosa ci riserva il futuro? La prossima probabile rivoluzione digitale sarà quella della nanografia, che è un tipo di stampa che sfrutta i nanoinchiostri, ovvero inchiostri a base d’acqua realizzati sfruttando le nanotecnologie. Secondo quanto dichiarato da Landa, l’azienda che ha presentato questa tecnologia nel 2012, la nanografia è in grado di offrire tempi di produzione brevi, basse tirature e una qualità di stampa pari a quella della stampa offset. Ci aspettiamo che Landa presenti un prototipo di macchina al prossimo Drupa, il più importante evento sulla stampa, che si terrà in Germania a maggio 2016.


Tabella delle tecniche di stampa

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