Quante volte ti è capitato di imbatterti in prodotti con colori della stessa tonalità, in certe condizioni di luce, che apparivano poi nettamente differenti se illuminati con un’altra fonte luminosa? Quante altre, invece, sono stati i tuoi clienti a notare questa differenza di tinta contestando un tuo lavoro? Se pensi di star perdendo colpi, stai tranquillo, è successo a tutti, seppur inconsapevolmente. Si tratta, infatti, di un caso di metamerismo cromatico. Cos’é? Te lo spiego in questo articolo.

Il metamerismo cromatico

Il metamerismo è un particolare fenomeno di percezione cromatica che si verifica quando almeno due campioni di colore, detti paio metamerico, appaiono identici se illuminati da un determinato tipo di sorgente luminosa, mentre risultano totalmente diversi se sottoposti ad un altro tipo di illuminazione.

 

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Tale differenza cromatica è il risultato dell’elaborazione degli stimoli visivi da parte del nostro cervello in presenza di tinte ottenute dalla miscela di alcuni pigmenti simili. Si tratta di colori che hanno una composizione spettrale diversa che però in alcune condizioni di luce non risulta visibile a causa delle limitazioni percettive dell’occhio umano.

I nostri occhi, infatti, riescono a percepire solo determinate lunghezze d’onda, mentre altre risultano totalmente invisibili a occhio nudo. Le zone dello spettro elettromagnetico che risultano visibili sono solo tre e per ogni zona i nostri fotorecettori hanno una minore o maggiore sensibilità. Ogni pigmento assorbe e riflette lunghezze d’onda predefinite: è proprio nel momento in cui il nostro occhio viene colpito dalla restante luce riflessa che percepiamo un colore anziché un altro.

In base all’energia con cui la luce colpisce un oggetto (misurata in lumen per secondi) si determina la percentuale di luce incidente che viene riflessa all’interno dello spettro visibile, definita dalla sua curva di riflessione. Questo concetto è fondamentale perché spiega esattamente cosa avviene in presenza di un paio metamerico: colori composti da pigmenti comuni possono essere caratterizzati da una curva di riflessione che, per alcune lunghezze d’onda, si interseca dando vita a tinte che, all’occhio umano, appaiono identiche soprattutto se colpiscono le zone con fotorecettori meno sensibili alla luce. In queste condizioni si può affermare che i colori sono “limitatamente uguali”.

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Tipo e intensità della fonte luminosa sono, quindi, il primo fattore alla base del metamerismo cromatico, ma non l’unico. La sensibilità ai colori dell’osservatore, che varia da individuo a individuo, e l’angolo di osservazione di un oggetto influiscono ulteriormente sulla percezione cromatica.

Quando la variazione di tinta è legata all’angolo di osservazione dell’oggetto si parla ad esempio di metamerismo geometrico. Nel settore tessile questo effetto di variazione cromatica viene spesso creato volontariamente tramite la realizzazione di specifiche trame in grado di riflettere la luce in maniera diversa in base all’angolazione con cui vengono colpite.

In molti altri settori produttivi, il problema del metamerismo può presentarsi in diverse fasi delle lavorazione e non sempre è considerato un plus valore. Per questo motivo nel corso degli anni sono stati sviluppati strumenti, sia hardware che software, per controllare e limitare il più possibile il verificarsi di tale fenomeno. Inoltre, sono nate diverse normative tese a regolare tale fenomeno in alcuni contesti: norme che determinano delle tolleranze entro cui la differenza cromatica risulta accettabile e non contestabile.

Le cose importanti che devi considerare durante la realizzazione e la presentazione di proposte cromatiche sono:

  • Temperatura colore della sorgente luminosa, parametro che definisce la tonalità della luce
  • Presenza di oggetti di grandi dimensioni o pareti interne colorate, che possono influire sulla composizione della luce
  • Differenze percettive delle persone, determinate da una maggiore o minore presenza o sensibilità dei fotorecettori all’interno dell’occhio dell’osservatore

Per limitare le possibilità di contestazione legate al metamerismo cromatico da parte dei propri clienti, bisognerebbe almeno stabilire delle condizioni di illuminazione di riferimento in cui osservare il prodotto: rimedio provvisorio più che vera e propria soluzione del problema.

Una soluzione più efficace può essere invece quella di utilizzare, durante la fase produttiva, metodi e dispositivi professionali per la visualizzazione e valutazione di superfici e materiali colorati, come, ad esempio, quelli JUST Normlicht.

Visori, impianti di illuminazione e spettrofotometri altamente certificati e conformi a diverse normative ( ISO 3664: 2009, 3668, ASTM D1729, DIN 6173-2) e standard internazionali (ASTM, ISO, BSI, ecc) per la valutazione generale del colore. Apparecchiature realizzate rispettando i parametri e le condizioni di luce controllata stabiliti per diversi settori industriali che consentono la riproducibilità cromatica e l‘abbinamento standardizzato di un’ampia gamma di materiali, limitando al minimo la possibilità di errore e gestendo in maniera opportuna le variazioni cromatiche generate dalle differenti sorgenti luminose.

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Color Vision Viewer, JUST Normlicht.