Packaging e bio, non basta preservare gli alimenti. L’imballo è un vero e proprio strumento di marketing per persuadere il consumatore all’acquisto. Lasciati guidare da Packly perché i tuoi prodotti finiscano sempre dritti nel carrello.
Packaging e prodotti bio: una sinergia imprescindibile. Il biologico è un trend diventato mainstream sia nella filiera corta, da cui è partito, sia nella grande distribuzione. Passo dopo passo, ha conquistato i cuori e i palati non solo degli ambientalisti e dei fan della nutrizione ecosostenibile, ma anche degli acquirenti più generalisti. Non è raro ormai vedere piccoli negozi a tema, supermarket del biologico e addirittura reparti dedicati nei punti vendita della GDO.
Quali sono allora gli accorgimenti da adottare a livello di packaging design per arrivare dritti al cuore (e nel carrello) dei consumatori di riferimento?
1. Trattandosi di alimenti, ovviamente il packaging deve possedere tutte le caratteristiche necessarie a garantire la perfetta conservazione del prodotto. La dimensione della confezione non deve essere né troppo generosa, per non far ballare quello che c’è all’interno, né troppo risicata, perché nel maneggiarla si rieschierebbe di danneggiare o far sbriciolare il contenuto.
Analizziamo per esempio questa confezione di Crostatine Casa Rinaldi Bio. La scatola è lineare e bassa, anche la profondità non è eccessiva, in modo che contenga e avvolga perfettamente i dolcetti all’interno, evitando che si spostino. Ci aspettiamo anche che le crostatine non siano confezionate singolarmente in plastica, ma siano adagiate al massimo su un pirottino di carta.
2. Stiamo parlando di bio quindi, anche se potrebbe sembrare scontato, cerchiamo di usare materiali il più possibile naturali, riciclabili ed eco-friendly. Non saremmo credibili a parlare di naturalezza e sostenibilità con imballi inquinanti o scarti eccessivi.
Emblematico in questo senso è il sapone Abete e Bucaneve, contenuto in una scatola basic di cartone con alette rinforzate. Non sporca, non inquina, non scivola.
3. La parola chiave è semplicità. Niente finiture grafiche patinate, artwork complessi o barocchi e soluzioni tecnologiche futuristiche. Scegliamo laddove possibile un cartoncino materico, grafica pulita e design essenziale in linea con quello che stiamo cercando di vendere. Non si tratta solo di una scelta d’acquisto, ma di una dichiarazione di intenti rispetto al nostro lifestyle.
Basta dare un’occhiata a queste capsule per caffè bio compatibili Nespresso. Sulla confezione, oltre ad un logo in stilizzato, non c’è nulla se non una piccola riproduzione della capsula stessa in basso con la relativa quantità. Tanto spazio vuoto, rilassante, non chiassoso, che parla del prodotto senza sovraccaricare di informazioni o infastidire con etichette pacchiane.
4. Trasparenza, è un elemento che non può assolutamente mancare. Intendiamo con questo sia la completezza dell’etichetta riferita al prodotto, che la reale possibiltà di sbirciare all’interno con un inserto o una finestra che lasci intravedere cosa c’è nella confezione.
Che dire di queste scatole di muesli un po’ vintage con delle romantiche foglioline trasparenti che rivelano il gustoso mix di cereali e frutta bio contenuto all’interno? Niente vende meglio della verità, non c’è trucco e non c’è inganno.
5. No al multicolor e alle tinte accese. Per quanto ci possa piacere la pop art alla Andy Warhol, dovremmo virare decisamente verso il provenzale, lo shabby chic. I colori devono essere naturali, tenui e non troppo contrapposti o mescolati tra loro.
Una esemplificazione è questo infuso di malva green la cui scatola riprende i colori dei petali del fiore e il verde delle foglie, che si stempera sullo sfondo. Tinte pastello, rilassanti, realistiche che anticipano la sensazione di estremo ristoro regalata dalla calda bevanda naturale.
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