Packaging e feedback degli utenti. Diversi produttori di pasta ascoltano i clienti e mettono in rilievo il minutaggio di cottura sulle confezioni.
Packaging e feedback degli utenti. Per quanto a primo acchito non risulti sempre evidente, ogni packaging che si rispetti è tarato sul proprio pubblico di riferimento. L’esempio principe è quello della pasta, salito in questi giorni alla ribalta delle cronache.
Al di là degli aspetti estetici, i clienti si sono sempre lamentati di non riuscire a trovare immediatamente l’indicazione del minutaggio di cottura. Il numerino magico finiva in un angolino in basso sul retro della confezione, con un font size non proprio a prova di presbiopia e in un colore spesso poco evidente rispetto allo sfondo.
“Dammi solo un minuto” recitava una vecchia canzone dei Pooh. È proprio quello che hanno gridato a gran voce i consumatori italiani all’indirizzo dei più noti marchi di pasta. Di quanti minuti di cottura necessitano i formati più in voga nel Belpaese? La protesta pacifica ha fatto il giro dei social e i brand hanno risposto in modo puntuale.
Ci interessa veramente sapere il nome “scientifico” di quella particolare tipologia di pasta con le ricette consigliate riportate sul lato del pacco? Qual è il primo elemento che ci salta all’occhio mentre l’acqua bolle, il sale grosso è stato asperso e versiamo una quantità di spaghetti “a sentimento” nella pentola di nonna? Eh sì, proprio i famigerati minuti di cottura. Che poi diciamocelo pure, noi italiani siamo piuttosto talebani su questo aspetto e detestiamo la pasta scotta buttata giù insieme all’acqua, magari anche spezzata in stile americano. Gli spaghetti, i bucatini o le penne rigate (preferite a quelle lisce) devono essere rigorosamente al dente. Allora perché questa informazione è nascosta allo sguardo dei più?
La rottura col passato l’ha siglata il pastificio Garofalo. In concomitanza con la giornata internazionale della pasta, #worldpastaday, il cosiddetto MOVIMENTO GRANDI MINUTI ha convinto il noto produttore a lanciare un’edizione limitata a beneficio dei cercatori di numeri magici. Il tempo di preparazione compare adesso al centro della confezione in alto a caratteri cubitali, a prova di Mr Magoo, seguendo un’idea del promotore Matteo Bocciarelli. Particolarmente riuscito il payoff della campagna “l’abbiamo fatta grossa”.
Il pirmo ad accorgersi di questa lacuna da trasformare in opportunità era stato Marco Faccio dell’agenzia Hub09 di Torino, il quale si era lanciato in una serie di mockup grafici di pacchi di pasta rivisitati a favore di quel consumatore tipo, diciamo così, non proprio occhio di lince.
La spirale virtuosa non ha tardato ad innescarsi. Il piccolo pastificio toscano Fabianelli ha lanciato la sua campagna grandi numeri, mentre Riso Gallo e Findus hanno colto la palla al balzo, in pieno stile real time marketing, per sottolineare come loro fossero lungimiranti e indicassero il tempo di cottura in modo già chiaro ed evidente.
Chi sarà il prossimo a zoomare in 16x sul minutaggio per preparare al meglio l’eccellenza culinaria tricolore? Segnalatecelo voi, se dovesse sfuggirci.
Conclusioni
Avete un packaging in preparazione e volete testare diverse versioni su piccola scala per la vostra audience di riferimento? Siete nel posto giusto. Realizzate uno o più prototipi, anche singoli, mettete in piedi il vostro focus group, A/B test o similari e saremo lieti di accompagnarvi nella produzione del formato dalla grafica vincente per i vostri prodotti.